L’oro è uno degli elementi peculiari della pittura trecentesca: il fondo dorato caratterizza infatti l’epoca medievale, sia per quanto riguarda i fondali dei dipinti, che per le aureole dei personaggi sacri o le carpenterie dei polittici.
L’oro è inteso sia come materiale, effettivo, che come simbolo di luce, emanazione divina, luogo metafisico che non partecipa all’atmosfera terrestre e che per questo motivo può ospitare al suo interno presenze santificate.
L’oro inoltre rimanda alla preziosità e alla nobiltà delle opere esposte, dal momento che avremo in mostra il capolavoro effettivo di Giovanni da Rimini, capostipite della Scuola Riminese del Trecento, stagione gloriosa, quanto breve della pittura italiana medievale.
L’oro, che nell’arte viene utilizzato come manifestazione del divino, accomuna tutti i crocifissi esposti in mostra, in misura più o meno ampia e metaforicamente indica l’eredità di sapienza e bellezza che Giovanni ha trasmesso alla scuola riminese del Trecento e che è giunta fino a noi.
Secondo lo studioso Daniele Benati (curatore della mostra assieme ad Alessandro Giovanardi) possiamo definirlo come «Il più antico e il più nobile tra gli artisti della scuola fiorita nella città romagnola in seguito al passaggio di Giotto»
Giovanni da Rimini è un pittore riminese che operò nella prima metà del XIV secolo, considerato uno dei fondatori della Scuola Riminese del Trecento, nata proprio sotto l’influenza di Giotto negli anni di permanenza a Rimini, le cui idee e novità ebbero un’eco immediata sugli artisti locali dell’epoca.
Lo stesso Vasari citò Giovanni come uno tra i migliori seguaci di Giotto in assoluto.
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, e da Soroptimist International Club di Rimini e organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Marvelli di rimini. L’evento è a ingresso gratuito ed è curato da Daniele Benati (Università di Bologna) e da Alessandro Giovanardi (ISSR A. Marvelli delle Diocesi di Rimini, San Marino e Montefeltro).
L’allestimento espositivo e didattico, che si svilupperà nello storico Palazzo Buonadrata-Diotallevi, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, intende porre a serrato confronto le splendide croci di Giovanni presenti sul territorio italiano.
Sarà un’esposizione sobria e raffinata – supportata da suggestive proiezioni di materiali visivi – che permetterà anche una visione accurata del linguaggio artistico di Giovanni sul tema poetico e sacro della crocifissione, e completata dal patrimonio di opere della Fondazione ospitate al Museo della Città Luigi Tonini, oltre ad un importante prestito estero.
Al centro dell’esposizione, il Crocifisso di Mercatello, la maestosa e antica croce dipinta da Giovanni nel 1309 – 1314 (datazione poco decifrabile) che proviene dalla chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro.
Si tratta dell’unica opera datata e firmata dal maestro protagonista della gloriosa Scuola Riminese del Trecento, reduce dal restauro che l’ha riguardata in questi mesi, e quindi visibile a distanza ravvicinata nel suo massimo splendore.
Il necessario spostamento dell’opera dalla sede originale rende possibile quindi un suo temporaneo ritorno nella città natale del pittore, dove non era più stata esposta dal 1935, anno della prima grande mostra sul Trecento riminese curata da Cesare Brandi. Accanto alla croce di Giovanni da Rimini saranno presenti altre opere del Maestro.
L’esposizione sarà una preziosa occasione per dare uno sguardo ravvicinato alla produzione riminese del Trecento, tesa tra le innovazioni narrative e “umanistiche” di Giotto (presente a Rimini dalla fine del XIII secolo) e le finezze formali e simboliche della cultura bizantina.
«Dal punto di vista linguistico e filosofico, simbolico e teologico – dice a proposito Giovanardi – Giovanni e gli altri pittori riminesi sono anche figli della pittura bizantina del XIII e XIV secolo e appartengono al comune lessico di immagini e simboli che si parla tra le due sponde dell’Adriatico, tra Rimini, Venezia, i Balcani e Costantinopoli».
01
01
1309 o 1314, tempera e oro su tavola, 300 x 227 cm., Mercatello sul Metauro (PU), Chiesa di San Francesco.
È la più integra e grande crocifissione su tavola di Giovanni, l’unica firmata e datata. È stata realizzata per frate Tobaldo, padre francescano che la fece eseguire per la Chiesa conventuale dell’Ordine a Mercatello. Venne a Rimini nel 1935 per la mostra curata da Cesare Brandi e non è più stata esposta in città.
02
1305 ca., tempera e oro su tavola, 185 x 179 cm., Rimini, Museo della Città.
Proveniente da una donazione di Adauto Diotallevi, l’opera che ha subito un infelice lavaggio del colore, resta preziosissima nei decori e commovente nella lettura della Passione di Cristo. Porta ancora le iscrizioni in greco, segno di un rapporto mai sciolto con l’eleganza orientale del mondo bizantino. Secondo Daniele Benati potrebbe provenire dalla Cappella con le Storie della Vergine di San Giovanni Evangelista di Rimini (nota come Sant’Agostino), sempre affrescata, prima del 1308, da Giovanni.
03
03
Post 1309, tempera e oro su tavola, 230 x 160 cm., Talamello (RN), Chiesa di San Lorenzo. Diocesi della Repubblica di San Marino e del Montefeltro.
È la più moderna e giottesca delle opere di Giovanni, capace, nella sua esibita umanità, di precorrere quanto la tradizione italiana successiva saprà dire con Masaccio e Piero della Francesca. Proviene dalla chiesa agostiniana di Poggiolo. Non è più stata esposta a Rimini dal 1995 ed è ora oggetto di un piccolo restauro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.
04
1309-14, tempera su tavola, 160.5 x 130 cm Londra, Moretti Gallery.
Mutila dei dolenti laterali e del Cristo benedicente sulla cimasa, l’opera, per le iscrizioni in greco è da annoverare tra le più antiche prodotte dal Maestro riminese. Fu esposta anch’essa nel 1935 a Rimini e da allora non la si è più vista in città.
05
05
1320 ca., tempera e oro su tavola, 30 x 20 cm, Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio, in deposito ai Musei Comunali.
Si tratta di un commovente frammento di una croce perduta, eseguita da Iulianus, ossia da Giuliano, fratello di Giovanni da Rimini. Rispetto a Giovanni, Giuliano esprime in chiave più patetica e narrativa l’esperienza del dolore nel volto del Figlio di Dio crocifisso.
06
1350-1370, tempera e oro su tavola, 179 x 139 cm, Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio, in deposito presso i Musei Comunali.
Il crocifisso proviene dalla Chiesa della Madonna del Monte di San Giovanni in Marignano. Apparteneva alla Collezione dei Conti Spina ed è un esempio della tarda produzione della cosiddetta Scuola Riminese del Trecento che, se smarrisce profondità e vitalità nella rappresentazione della figura umana, non perde finezza nell’ornamento e nei decori
Grazie al contributo del Soroptimist International Club di Rimini, dell’imprenditrice Linda Gemmani, già presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, del comune di Mercatello e della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, il pregevole manufatto è stato sottoposto a un meticoloso restauro.
Portata a Firenze per essere sottoposta a restauro, la croce subì i danni causati dall’alluvione del 4 novembre 1966 e non venne restituita alla sua sede che nel 1971.
L’opera di Giovanni è in questi giorni in Umbria, a Gubbio, dove si stanno concludendo i vari interventi che la stanno salvando dall’aggressione dei tarli xilofagi, ripristinando la tessitura pittorica e la leggibilità degli splendidi dettagli.
La mostra sarà aperta al pubblico, tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30, a partire da Sabato 18 settembre 2021 fino a Domenica 7 novembre 2021, presso Palazzo Buonadrata, Corso d’Augusto n. 62 – Rimini.
Mostra a ingresso gratuito.
E’ richiesto Green Pass per accedere alla mostra.
…Oppure inviaci una richiesta specifica dal form qui sotto.
Oppure inviaci una richiesta dal form qui sotto.
MOSTRA PROMOSSA DA:
Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Soroptimist International Club di Rimini
ORGANIZZATA DA:
Istituto Superiore di Scienze religiose Alberto Marvelli
Delle Diocesi Rimini San Marino e Montefeltro
A CURA DI:
Daniele Benati e Alessandro Giovanardi
IN COLLABORAZIONE CON:
Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado
Diocesi di Rimini
Diocesi di San Marino – Montefeltro
Museo della Città di Rimini “Luigi Tonini”
Museo di San Francesco, Mercatello sul Metauro
Con il patrocinio di:
Regione Emilia-Romagna
Comune di Rimini
Con il contributo di:
Crédit Agricole Italia
Associazione tra Fondazioni di origine bancaria Emilia-Romagna
Fondazione e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Rimini
Ikuvium R. C. – Digitalprint